Narrativa Contemporanea

Acqua tinta

  • Pagine352
  • Prezzo24.00
  • Anno2010
  • ISBN978-88-8273-116-8
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Acqua tinta

Dolce la vita, nella città di Palermo di fine Settecento detta la Felicissima. Dolce soprattutto se protetti dalla nobiltà, come il medico letterato Giovanni Meli, stimato per il suo sapere, ammirato per i suoi poemi, idolatrato dalle più belle dame dell’alta società, cui dedica molti dei suoi versi. Un po’ meno dolce se ci si trova all’estremo opposto della scala sociale, come la giovane Rosalia, tanto bella di tratti e altera di modi da essere chiamata “la principessa” nell’infimo quartiere in cui vive. Due distinte esistenze, due diversi destini, che però per un breve tratto si incrociano. Perché Rosalia, spinta dal desiderio di affrancarsi dalla povertà che vive come una condanna, si rivolge ai servigi di una vecchia che ha fama di strega e Giovanni Meli verrà a sua volta coinvolto nella vicenda come medico. Al centro di tutto, un’acqua misteriosa, dotata di proprietà devastanti, e un certo numero di morti poco chiare, tutte di povera gente che non interesserebbero a nessuno se non fosse che, in seguito a una denuncia, la vecchia comincia a parlare, svelando segreti, rivendicando complicità. Basato su personaggi realmente esistiti e situazioni storicamente accertate, questo romanzo dipinge un intero mondo, quello di una società raffinata e di grande fascino, ma chiusa, basata sul bene di pochi, e tuttavia già percorsa da inquietudini sotterranee che preludono alla nascita di una nuova era.

​Giorgio Bongiovanni, messinese di origini, attore teatrale, ha studiato e lavorato con Giorgio Strehler. Da oltre quindici anni interpreta il ruolo di Pantaleone in Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni. Ha recitato in svariati spettacoli teatrali rappresentati in tournée in tutto il mondo, tra cui L’eccezione e la regola di Bertold Brecht, Il campiello di Goldoni, Faust – frammenti di J.W. Goethe. Oltre che con Strehler, ha lavorato con diversi registi italiani e stranieri, da Luca Ronconi a Robert Carsen. Ha preso parte, sempre come attore, a diverse fiction televisive e, negli ultimi anni, si è dedicato alla regia di opere liriche.

Il destino che non c'è

  • Pagine176
  • Prezzo15.50
  • Anno2010
  • ISBN978-88-8273-109-0
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Il destino che non c'è

Un cadavere senza nome, nessun testimone, nessun indizio. Per risolvere il mistero del morto trovato davanti a un confessionale, al maresciallo Saverio Fermi non resta che analizzare il contenuto dei fogli che il defunto stringeva in pugno al momento del decesso: racconti, a prima vista, storie fantastiche, inventate, improbabili. E invece no, è tutto accaduto nella realtà, documentato attraverso una serie di dati di cronaca, di quelli che fanno dire che la realtà supera la fantasia. L’anziana scomparsa misteriosamente nel nulla, l’orfanella dalla doppia personalità, il bellissimo giovane dall’aspetto angelico ma dal destino diabolico… Sono tutte persone realmente esistite. Più ci si addentra nell’indagine, più il maresciallo, nonostante per indole e professione sia portato a misurare ogni cosa con il metro della ragione, si trova a tu per tu con l’inspiegabile, con il lato oscuro dell’esistenza. E, mentre il mistero si infittisce, è costretto a fare i conti, attraverso le vite di altre persone, con la sua. Perché queste storie di cui si cerca di ricostruire il senso hanno tutte in comune una cosa: una furiosa voglia di evasione, l’ambizione di dare una svolta drastica e improvvisa alla propria vita, il desiderio di darsela a gambe. Perché il destino non esiste, soprattutto quello che non ci appartiene.

Marina Pratelli, nata a Milano, giornalista e blogger, vive e lavora a Ventimiglia.

Il collezionista di suoni

  • Pagine160
  • Prezzo14.00
  • Anno2009
  • ISBN978-88-8273-106-9
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Il collezionista di suoni

Cosa può rendere eccitante un ballo in maschera se non un delitto? A crepare pugnalato senza un grido è un collezionista abbiente amico del protagonista, Pinuccio d'Alpone, discendente di casata ricca di terre e di ville. Simpatico e viziato, Pinuccio, colto, appassionato d’opera, frivolo e scialacquatore, propenso a passare da un matrimonio all’altro, ha una singolare mania: registrare i rumori di tutto quello che accade sotto il suo naso. Cosa questa che rivela dettagli di ciò che è successo al ballo e succederà dopo, in modo che ogni istante rivive in un suo doppione sonoro, svelando particolari che altrimenti sarebbero sfuggiti a chiunque. Mentre la polizia indaga, Pinuccio non rinuncia alla sua vita da eccentrico perdigiorno che, oltre alla passione per i suoni e per le belle donne, prevede occasionali momenti di relax in una sorta di mondo parallelo, una specie di parco giochi per adulti dove avvengono finti viaggi spaziali, crolli di torri gemelle, avventure in terre esotiche. L’atmosfera è lieve e giocosa, da melodramma rococò rivisitato in chiave ironica, all’insegna del tempo che fugge. E il finale riserva un colpo di scena che segna una svolta nella vita del protagonista.

Stefano Jacini è nato e vive a Milano. Laureato in Storia della filosofia, ha lavorato in alcune case editrici milanesi tra cui Sugar e il Saggiatore; e poi ha fondato e diretto per dieci anni le Edizioni il Formichiere. Attualmente è socio della torinese Edt e collabora regolarmente con “Il Giornale della Musica”. Ha pubblicato numerosi romanzi, l’ultimo è stato Le Svetlana (2005), sulla nevrosi dell'Alta Fedeltà.

Troppe donne per un delitto

  • Pagine240
  • Prezzo19.00
  • Anno2009
  • ISBN978-88-8273-100-7
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Troppe donne per un delitto

Il morto è un insegnante di ginnastica. Palestrato e amato dalle donne. Morto ammazzato nel corso di una festicciola di compleanno. L'arma, un peperone sott'olio all'arsenico. Per il commissario di polizia Antonia Veloce è, per usare le sue parole, l'occasione più guappa della sua vita. Anche perché il macabro fatto le dà modo di mettere il naso nelle vicende dei suoi concittadini. E concittadine soprattutto. Siamo in una provincia dove ogni giorno si trascina uguale all'altro, dove la noia è di casa. Dietro però, come fuoco sotto la cenere, si agitano pensieri nascosti, sogni segreti, inconfessabili emozioni, e tante piccole storie; storie di corna, di famiglia, di sentimenti. Del giallo c'è tutto: mistero, indizi, false piste, rivelazioni e finale a sorpresa. Ma il giallo non è l'unico colore a dare il tono all'intricata vicenda, c'è anche il nero di una presenza misteriosa, forse magica, la cui voce risuona da un imprecisato luogo, come un'eco che si propaga di pagina in pagina. La bellezza di questo libro è nello stile, musicale, rapido, sincopato, fatto di parole da gustare come sapori variegati, di dialoghi incalzanti, di messe a fuoco fulminee. Chiamando a raccolta una folla di personaggi inquieti e strampalati, ma emblematici di un comune sentire che mescola nevrosi e desideri, inettitudini e speranze di felicità, questo romanzo racconta con sottile e distaccata ironia la vita di oggi, in tutte le sue assurdità.

Annalucia Lomunno  vive in Puglia, a Castellaneta. Ha pubblicato i romanzi Rosa sospirosa (Piemme 2001), selezionato tra le opere finaliste del Premio Strega, e Nero sud (Piemme 2003).

Passaporto per la vita

  • Pagine352
  • Prezzo22.00
  • Anno2009
  • ISBN978-88-8273-095-6
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Passaporto per la vita

La strada su cui sorge la casa ha un nome da fiaba: via del Margine del Bosco, numero 26. Il nuovo abitante ci arriva a piedi, di sera, all'imbrunire, in un'atmosfera sospesa. Il protagonista inizia a vivere nella casa senza osare spostare nulla di chi l'ha preceduto. E' lui il nuovo inquilino, eppure si sente un intruso. Ma, come la famosa tazza di tè di Proust, la casa ha il potere di riportargli alla mente, con estrema vivezza, una folla di personaggi, i personaggi di un'intera vita. Di colpo la scena si popola, si anima, è come essere a teatro. Davanti al lettore sfilano figure straordinarie: una mamma intensa, capace di passioni estreme come di disperati abbandoni, un padre con tutte le caratteristiche dell'onesta, intelligente laboriosità lombarda, uno zio scialacquatore di tempo e di denaro, uno stuolo di zie che stravedono per l'unico nipote. Con i ricordi, risorge un'intera Italia, quella del primo boom industriale che convive con quella ancora arcaica della campagna. Il tutto descritto con l'occhio dell'artista che sa rendere ogni dettaglio con estrema precisione visiva. Ma questo non è solo un romanzo famigliare o della memoria, è anche un viaggio nel buio del mistero che ci circonda. Cosa ci stiamo a fare qui?, sembra chiedersi l'autore. E questa domanda lo porta a confrontarsi con le altre creature che vivono con noi sulla terra, soprattutto gli animali, nei confronti dei quali prova una solidarietà pietosa e commovente, come nei confronti di chi vive e sente come noi ma è inerme e indifeso. Questo libro piacerà a chi vuole ricordare il come eravamo di un'Italia memorabile che va sparendo e a chi ama interrogarsi sul mistero dell'esistenza.

Arduino Cantàfora, nato a Milano nel 1945, architetto e pittore, ha partecipato con le proprie opere alle Triennali di Milano (1973, 1980, 1986) e alle Biennali di Venezia (1978, 1980, 1984). Ha pubblicato la monografia Arduino Cantàfora, Architetture (Electa 1984) e il romanzo Quindici stanze per una casa (Einaudi, 1988).

Volo basso senza interferenze

  • Pagine160
  • Prezzo14.00
  • Anno2008
  • ISBN978-88-8273-094-9
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Volo basso senza interferenze

La protagonista di questa storia possiede una capacità che tutti vorremmo avere: quella di volare. Le è arrivata come un dono, senza sforzo né alone di prodigio, come se spiccare il volo fosse per lei la cosa più naturale del mondo. Il suo, del resto, non è il volo di Icaro che si spinge così in alto da rischiare di bruciarsi le penne, né quello misterioso degli angeli. Più che volare, sorvola, svolazza. E, intanto, osserva ciò che avviene tra la gente. Sempre svolazzando incontra diversi personaggi, tra cui alcune vicine di casa, un poliziotto, qualche commerciante, ex attrici di teatro, tutto un variopinto mondo di strada che non sfigurerebbe in un romanzo di Pennac. Questo romanzo possiede diversi pregi. Innanzitutto quello della leggerezza, affidata a pagine in cui le parole si rincorrono allegramente, facendosi leggere d'un fiato. Poi lo sguardo, che è quello della giovinezza, capace di comunicare buon umore. Infine la curiosità con cui la protagonista si interessa delle vicende umane, cosa che porta a scoprire come la fantasia e la gioia di vivere abitano dove meno ce lo si aspetta, anche dietro l'angolo di casa. Una storia magica di una ragazza che vola, e che, volando senza mai allontanarsi troppo dal suo quartiere e dai suoi percorsi abituali, ci fa conoscere una variegata tribù di personaggi tanto stravaganti quanto ricchi di umanità.
 

Patmos

  • Pagine264
  • Prezzo18.50
  • Anno2008
  • ISBN978-88-8273-093-2
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Patmos

Ben, in Grecia per un breve soggiorno nell'isola di Patmos, incontra un amico che non vede da anni, Paolo. Negli anni della giovinezza Ben e Paolo hanno condiviso un sogno, comune anche a tanti altri della loro generazione: quello di cambiare il mondo. Sarebbe naturale che tra i due si ristabilisse la confidenza di un tempo. Ma non è così. Paolo è sfuggente, enigmatico. Cosa nasconde il suo comportamento? E perché, come Ben appura ben presto, ha deciso di vivere nella piccola isola greca, rinunciando a una brillante carriera universitaria in cambio di una vita fatta di espedienti? Inizia così da parte di Ben un'indagine che lo porta a ricostruire l'episodio di un atto vandalico nei confronti di un antico quadro che sembra aver segnato una svolta nella vicenda esistenziale dell'amico. L'indagine si colora sempre più di mistero, ma il romanzo trova il suo senso ultimo non tanto nella soluzione del giallo quanto nel metterci di fronte, come se fossero nostre, alle scelte esistenziali dei protagonisti: quella di Ben, che, pur avendo, come Paolo, coltivato il sogno di un ideale da realizzare in un futuro prossimo, ha poi accettato di venire a patti con la realtà, e quella di Paolo, deciso a non cedere ad alcuna forma di compromesso. Patmos, attraverso una scrittura che lega la trama degli eventi alle vicende interiori, è il romanzo di una generazione, ma più in generale mette in scena un problema eterno, l'aspirazione a redimere il mondo in cui viviamo.

​Bruno Pedretti, scrittore e saggista, vive a Milano. Oltre a scritti di arte ed estetica (il più recente è La forma dell'incompiuto. Quaderno, abbozzo e frammento come opera del moderno, Utet Università, 2007) ha pubblicato vari racconti su riviste e il romanzo Charlotte. La morte e la fanciulla, Giuntina, 1998.