I temi del pensiero: autori classici

La vita di Gesù

  • Pagine256
  • Prezzo18.08
  • Anno2000
  • ISBN978-88-8273-017-8
  • Note
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La vita di Gesù Il segreto della messianità e della passione

Tutti sicuramente ricordano la figura di Albert Schweitzer, celebre medico e filantropo che dedicò la sua vita all’attività missionaria fondando, tra l’altro, a Lambarene, nell’allora Africa Equatoriale Francese, un grande ospedale e lebbrosario divenuto famoso in tutto il mondo.
Molti ricorderanno che egli fu anche uno straordinario musicista. Fervente studioso dell’opera di Bach, di cui fu interprete insigne, svolse un’intensa attività concertistica volta anche a raccogliere i fondi necessari al proseguimento delle sue attività assistenziali presso gli indigeni africani. Inoltre per il suo alto apostolato gli fu conferito nel 1952 il premio Nobel per la pace.
Quello che, invece pochi sanno, è che Albert Schweitzer fu anche teologo e docente alla facoltà di teologia dell’Università di Strasburgo.

Nessuno forse al pari di Albert Schweitzer, tra i filosofi e i pensatori del secolo XX, è riuscito a esprimere con forza ed energia straordinarie un concetto in fondo semplice. Di quelli che parrebbero restare, occulti, alla base della nostra coscienza e della nostra identità europea ed occidentale (cristiana o postcristiana che sia).

Il concetto è che la fede cristiana è esattamente quel ch’è indicato dall'aggettivo che la denomina. La fede in un uomo che un gruppo di suoi discepoli ebrei e poi una folla di gente d’ogni lingua e provenienza hanno identificato col “Messia” annunziato dalle Scritture. L’Unto del Signore, il Re della Fine dei Tempi, Colui che verrà sul limitare della storia ma pur sempre nella storia. Il Cristo. Il cristianesimo è la religione di quell’Uomo, la fede in quell’Uomo.

Ma al “non ancora” dell’escatologia, la storia replica pronunziando il suo “già”. Tutto ciò è avvenuto: Albert Schweitzer lo testimonia con la forza e la chiarezza dello storico.

Ma al giovane Albert Schweitzer, che nel 1901 pubblicava questo libro appena ventiseienne - ed era già al suo quarto scritto di rilievo - la certezza dell’esistenza storica del Gesù-Uomo e la fede nel Gesù-Dio non bastavano. Il precoce filosofo e teologo alsaziano pensava soprattutto - com’egli stesso proclamava, concludendo le sue dense pagine - alla “sovrana eroica grandezza” di Gesù e alla necessità d’una nuova sequela Christi fondata sul “sentire ancora in noi ciò che vi è di eroico in Gesù”, in una prospettiva sostanziata dalla necessità, per il cristianesimo moderno e la sua concezione del mondo, di ritrovare la dimensione eroica.

L'origine della Cristianità

  • Pagine268
  • Prezzo27.00
  • Anno2008
  • ISBN978-88-8273-092-5
  • NoteA cura di Paolo Perticari e Stefano Franchini
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L'origine della Cristianità

I saggi raccolti in questo volume, presentati per la prima volta al lettore italiano, sono stati scritti lungo tutto l’arco del Novecento da grandi studiosi di tre generazioni e appartenenti a differenti ambiti di ricerca, ma ugualmente legati a dibattiti molto attuali. Tutti affrontano, da diverse angolazioni, il problema storiografico del “distacco” del cristianesimo dalle strutture portanti dell’ebraismo, culla entro la quale era nato. Pur nella diversità degli approcci, questi contributi sono accomunati da alcuni fattori: da un lato, l’interesse per la matrice “politica” dei fenomeni storici che hanno caratterizzato la nascita del cristianesimo, considerato il frutto maturo di un contesto culturale e sociale ebraico, nonché romano-ellenistico, altamente conflittuale e articolato; dall’altro lato, questi testi hanno rappresentato, ciascuno all’interno del proprio ambito scientifico, delle rotture con il paradigma storiografico in quel momento dominante, scalfendo le immagini monolitiche delle correnti teologiche predominanti e legate a interessi apologetici e confessionali.
Il volume è suddiviso in tre parti: nella prima vengono raggruppati i contributi relativi a Gesù e al contesto storico, ideologico e politico nel quale si trovò a vivere e agire in quanto ebreo. La seconda parte raccoglie invece interventi tipicamente esegetici, dedicati alla figura e alla delicata opera missionaria di S. Paolo, primo grande diffusore, interprete e teologo del pensiero cristiano. La terza parte unisce testi dedicati alla travagliata nascita di questa nuova religione da un contesto culturale e antropologico in cui il disfacimento dell’ellenismo e l’incombenza della religione imperiale romana, da un lato, nonché l’influenza reciproca di alcune opzioni “ereticali” e settarie (quali il giudeocristianesimo, lo gnosticismo e il marcionismo), dall’altro, giocarono un ruolo essenziale nello sviluppo, appunto, del cristianesimo e della prima Chiesa e di una cristologia compiutamente “cristiana”.

Nietzsche e il Cristianesimo

  • Pagine144
  • Prezzo14.00
  • Anno2008
  • ISBN 978-88-8273-083-3
  • Note
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Nietzsche e il Cristianesimo

Alla vigilia della seconda guerra mondiale uno dei più grandi filosofi del Novecento, Karl Jaspers, viene cacciato dall’insegnamento dall’Università di Heidelberg, poiché marito di un’ebrea.
Successivamente, seppur in condizioni di libertà vigilata, egli trova il coraggio di pronunciarsi in due pubbliche conferenze su un tema assai spinoso quale il rapporto tra Nietzsche e il cristianesimo. Jaspers è consapevole del pericolo mortale cui va incontro la civiltà tedesca assoggettata al nazismo. Capisce che l’ideologia nazista può trovare terreno fertile in Nietzsche e, in particolare, nell’interpretazione strumentale della sua teoria del Superuomo. Perciò il suo discorso si concentra preliminarmente sulla necessità di leggere Nietzsche nel contesto generale della sua opera. Non possiamo isolare un frammento nietzschiano e attribuirgli valore assoluto.

 


Jaspers, tra i maggiori filosofi esistenzialisti di tutti i tempi, sottolinea il punto nodale della speculazione nietzschiana. Figlio di un pastore protestante, Nietzsche non crede nel cristianesimo fin dall’età della ragione. È sicuro della morte di Dio ed è convinto che l’uomo europeo sia ormai entrato nell’età del nichilismo. Jaspers non si stanca però di ammonire: tanto compiaciuta è la critica nietzschiana al cristianesimo, altrettanto preoccupato è Nietzsche circa il futuro dell’uomo europeo dopo l’avvento del nichilismo. Il Superuomo dev’essere dunque un individuo capace di rinunciare all’illusione di Dio.
Stampato senza modifiche dopo la guerra, questo testo di Karl Jaspers viene presentato al lettore italiano nella traduzione del professor Giuseppe Dolei, che vi ha scritto una densa introduzione. È un libro che, partendo da Nietzsche attraverso l’appassionata interpretazione di Jaspers, mantiene intatta la sua attualità per gli interrogativi cardine di questo terzo millennio: esiste o può esistere oggi il Dio cristiano? Quali soluzioni alternative può suggerire la filosofia alla morte di Dio?

Socrate e l’uomo greco

  • Pagine160
  • Prezzo15.00
  • Anno2005
  • ISBN978-88-8273-063-5
  • Note
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Socrate e l’uomo greco

Dagli inediti del celebre filologo classico e storico delle religioni Walter Friedrich Otto ecco uno splendido trattato su Socrate. Siamo di fronte alla prima edizione mondiale di questa importante opera, che non è mai stata pubblicata nemmeno in Germania.
Fulcro e incipit di una serie di riflessioni socratiche concepite nell’arco del decennio 1940-50, il presente saggio è incentrato sulla tesi – prettamente socratica – ma comune al modo di pensare di tutti gli antichi greci, secondo la quale l’etica sarebbe in ultima analisi fondata sulla conoscenza e, per questo motivo, scevra da ogni volontarismo.
Con eruditi esempi si dimostra come sin dall’epoca omerica il greco non “vuole” ma “conosce” il bene etico, contemplandolo alla luce delle fattezze delle divinità che a lui si rivelano. Per Socrate ogni vera virtù è conoscenza e conoscere la virtù equivale ad essere virtuosi. Dunque egli mira a insegnare la “virtù” pur nella consapevolezza del proprio umano “non sapere”. Di qui la convinzione per Socrate che è impossibile optare scientemente per il male, e tutta la sua dottrina e la sua vita si riconducono ad una continua, incessante e metodica ricerca della conoscenza quale principio incrollabile di ogni agire etico, dal quale rimane esclusa la benché minima traccia di volontarismo.
Secondo Otto, l’etica socratica sarebbe quindi essenzialmente un’ “etica del sapere”, in cui agire dipende unicamente dalla conoscenza del “bene” morale.
Con acume e finezza, Otto contrappone l’ “etica della conoscenza” dei Greci (includendovi, oltre a Socrate, anche Platone e Aristotele) all’ “etica della volontà” del mondo romano “nato per dominare i popoli”, e del cristianesimo, per il quale la valenza etica di un’azione è caratterizzata dalla distinzione tra una “buona” e una “cattiva” volontà. Dando prova di grande talento narrativo Otto giustappone la fisionomia di Pericle, Signore della polis, a quella di Cesare , capo dell’Impero, due volti dietro ai quali si celano altrettanti mondi: da un lato quello della conoscenza, dall’altro quello della volontà.

Walter Friedrich Otto (1874 – 1958), filologo classico tedesco, docente nelle più importanti Università mitteleuropee – Monaco, Vienna, Basilea e Francoforte – si dedicò soprattutto alla Storia delle religioni antiche e alla Storia delle civiltà e del pensiero greco e romano.