• Pagine240
  • Prezzo22.00
  • Anno2006
  • ISBN978-88-8273-071-0
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Henry Miller

Il giudizio del cuore

Tra i più importanti scrittori del Novecento americano, a volte osannato altre denigrato, mai comunque ignorato, Henry Miller ci consegna qui un insieme di riflessioni che non sono sicuramente inferiori, quanto a valore, alle sue più note opere narrative, unanimemente riconosciute come capolavori. In questo libro, uscito nel 1941 ed ora tradotto e pubblicato per la prima volta in lingua italiana, tutti i temi sono trattati in un’altalena di toni, umori, atmosfere e visioni che tengono il lettore costantemente in balia della scrittura, sospeso tra le lacrime e la risata, tra l’angoscia e lo stupore. Vi troviamo riflessioni di sapore filosofico, tributi al mondo dell’arte, dalla scrittura alla pittura, dal cinema alla fotografia, ma anche il tenero racconto dell’amore per una prostituta parigina, esclusivamente carnale ma che proprio nella carnalità si eleva a forma d’amore metafisico, e ancora il violento atto d’accusa alla politica militare americana, i continui rimandi e riferimenti alla politica europea, all’Europa di Hitler e Mussolini, le lucide – e incredibilmente attuali – considerazioni su una civiltà alle soglie della catastrofe mondiale. Il libro, magistralmente scritto, con stili e cadenze diverse, quasi musicali, può essere letto come un percorso: un percorso, personalissimo, dell’autore che, muovendo da fatti e personaggi della sua epoca, da contenuti esistenziali fondamentali, lascia che sia il suo cuore a giudicare, a parlare per lui, ma che, strada facendo diventa anche il percorso, universale, dell’uomo alla ricerca di se stesso, del senso e della pienezza della vita. Poetico e struggente, a volte impietoso e severo, è un piccolo scrigno dal quale attingere di tanto in tanto e da assaporare lentamente, a cuore aperto.

 

Henry Miller nasce a New York il 26 dicembre 1891 da emigrati tedeschi e muore nel 1981. La sua carriera letteraria appare tumultuosa quanto la sua vita privata. La sua prosa, a volte liricamente poetica, a volte esplicitamente scurrile, rappresenta la sfida diretta e provocatoria ai costumi morali del tempo, e la ragione per la quale buona parte delle opere, oggi riconosciute ovunque come capolavori, vide la luce a Parigi prima ancora che negli Stati Uniti, dove fu bandita fino ai tardi anni Sessanta. Tra queste opere ricordiamo, Tropico del Cancro (1934), Tropico del Capricorno (1939), Il colosso di Marussi (1941).

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